Federazioni: lo sport fa la rivoluzione ma per le donne resta tabù

Quando cadono, i dinosauri fanno rumore. Il rinnovo delle cariche delle Federazioni sportive nazionali (45 al voto entro ieri tranne l’Aeroclub che risponde al <a href="http://www.airmaxscarpe.it/">http://www.airmaxscarpe.it/ ministero dei Trasporti, alle prese con lo spinoso caso del presidente Giuseppe Leoni — condannato il 14 dicembre in primo grado a tre anni per peculato — e il Comitato Paralimpico, scorporato dal Coni con un decreto che attende di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) è un terremoto potente, che va al di là della moral suasion predicata sul playground nostrano dal presidente Giovanni Malagò: saltano addirittura 15 presidenti federali (36,3%), che nella somma delle Federazioni con le Discipline sportive diventano 25 su 60 (43,33%). Un record assoluto. «Non esiste settore della vita sociale e civile del Paese che abbia subito un tale ricambio» gongola il capo dello sport italiano, che dall’attico con vista sul quadriennio olimpico che culminerà ai Giochi di Tokyo 2020 osserva un’inedita geografia federale.

La fine di un’era geologica

Come faranno le bocce a centrare il pallino senza Romolo Rizzoli, rimpiazzato al <a href="http://www.airsportclub.it/">http://www.airsportclub.it/ vertice dopo appena 24 anni da Marco Giunio De Sanctis in un clima avvelenato dalla polemica della vigilia (il presidente uscente ha presentato un esposto alla Procura di Roma contro lo sfidante per un presunto tentativo di corruzione), un’accusa che certamente avrà strascichi legali? E che ne sarà dello squash orfano di Siro Zanella, in carica dal ‘97, ritiratosi nel corso dell’assemblea elettiva (come Alberto Brasca del pugilato e Francesco Purromuto, sovrano della pallamano da vent’anni), una volta capita la malaparata? Se due brontosauri come Paolo Sesti, al vertice della Federazione motociclistica dal ‘96, e Riccardo Agabio, in carica dal 2000 alla ginnastica, hanno «deciso» di smettere, se lo statuto della vela non consentiva più a un ultrasettantenne come Carlo Croce di ripresentarsi, se Malagò ha chiesto ad Alberto Miglietta (badminton) di non cumulare cariche con Coni Servizi, il taekwondo in lutto è stato costretto a rinnovarsi dalla morte dello storico presidente Sun Jae Park, maestro coreano deceduto per un malore <a href="http://www.annoculturacinese.it/">http://www.annoculturacinese.it/ improvviso a 78 anni, numero uno della Fita dalla fondazione. Correva l’anno 1969.

Il passaggio di consegne del volley

La non candidatura di Franco Sciannimanico (tennistavolo, dal 2004), Riccardo Fraccari (baseball-softball, dal 2001) e Christian Zamblera (danza sportiva, dal 2012), consapevoli che sarebbero stati sconfitti, ha spalancato la strada agli eredi, già integrati nel sistema. Nell’ordine: Renato Di Napoli, 62 anni, che era vicepresidente vicario; Andrea Marcon, 44 anni, una vita sul diamante, nato a Montreal da emigranti friulani («Pa me int, pa me tiare», per la mia gente per la mia terra, ha tuonato in dialetto all’insediamento); Michele Barbone, la cui elezione è seguita al periodo di commissariamento. Pare più un <a href="http://www.cerfim.it/">http://www.cerfim.it/ passaggio di consegne, invece, la perestroika della Federvolley, passata dalla mitologica presidenza di Carlo Magri (76 anni, di cui 22 sulla poltrona di via Vitorchiano a Roma) a quella di Bruno Cattaneo, 70 anni, imprenditore, già vice dell’uomo dei tre Mondiali in Italia e delle sei medaglie olimpiche.

Il decano e le nuove leve

Dopo lo tsunami, il decano dei presidenti federali <a href="http://www.nuovenike.it/">http://www.nuovenike.it/ italiani diventa Sabatino Aracu (hockey e pattinaggio), 63enne al settimo mandato (dal ‘93), sopravvissuto all’inchiesta sulla sanitopoli abruzzese, seguito a un’incollatura dal coetaneo Luciano Rossi, senatore Ncd, padre padrone di quel tiro a volo uscito trionfante dall’Olimpiade di Rio con 2 ori e 3 argenti, messo nel mirino da un’inchiesta di «Report» intitolata: «Il presidente Fitav che produce piattelli in chiaro conflitto di interessi». «In Federazione non influenzo nessuno e in azienda non decido niente» ha risposto Rossi a Milena Gabanelli.

Troppi sette mandati?

Troppi sette mandati federali? La pensano così anche i 5 Stelle, che hanno presentato una proposta di legge per introdurre un limite temporale di otto anni per le cariche delle Federazioni: a gennaio festeggerà il primo semestre di insabbiamento a Montecitorio. La legge Pescante che ha modificato la legge Melandri — che ora impone due mandati solo al presidente del Coni (elezione l’11 maggio, Malagò presumibilmente candidato unico) —, d’altronde non prevede tetto per le rielezioni che, dal terzo mandato in poi, raggiungano il 55% dei voti. Non un problema imminente di pentathlon, sport equestri e ginnastica e dei neo-eletti Bittner (52 anni), Di Paola (48) e Tecchi, capace di abbattere il totem Juri Chechi. Mentre il <a href="http://www.utinam.it">http://www.utinam.itnuovo che avanza, Andrea Abodi, non ce l’ha fatta nel calcio, regno-bis di un ragazzino 73enne di Ponte Lambro, Carlo Tavecchio.